Come diventare insegnate di sostegno e lavorare nelle scuole? Lavoro molto ambito dai giovani che si preparano ad intraprendere una nuova carriera di formazione incentrata sullo studio della formazione primaria e in tutto ciò che concerne l’abilitazione all’insegnamento.
Fare l’insegnante è una vera e propria missione lavorativa, in quanto non solo si ha il compito di formare mente giovani e seguirli durante il percorso scolastico, ma si hanno anche grosse responsabilità verso il prossimo.
Fare poi l’insegnante di sostegno è ancor di più una missione più impegnativa,in quanto ci si occupa di bambini e adolescenti che hanno bisogno di maggiori attenzioni e che per la loro condizione intellettiva hanno bisogno di tanta pazienza da parte dell’insegnante di sostegno.
Per poter intraprendere tale carriera professionale con il ruolo di Insegnante di sostegno, occorre acquisire l’abilitazione, iscrivendosi al TFA (Tirocinio Formativo Attivo), per iscriversi all’abilitazione TFA occorre essere già in possesso di titoli come:
- laurea in Scienze delle formazione primaria (per la scuola dell’Infanzia e primaria);
- SSIS (per la scuola secondaria);
- diploma magistrale, diploma triennale di scuola magistrale ovvero titoli sperimentali ad esso equiparati e conseguiti entro l’a.s. 2001/02;
- TFA;
- PAS;
- COBASLID (per la scuola secondaria);
- diplomi accademici di II livello rilasciati dalle istituzioni AFAM per l’insegnamento dell’Educazione musicale o dello Strumento;
- diploma di Didattica della Musica (Legge 268/2002);
- concorsi per titoli ed esami indetti antecedentemente al DDG 82/2012;
- concorso per titoli ed esami indetto con DDG 82/2012 (esclusivamente all’atto della costituzione del rapporto di lavoro);
- sessioni riservate di abilitazione (D.M. 85/2005, D.M. 21/2005, D.M. 100/2004; O.M. 153/1999, O.M. 33/2000, O.M. 3/2001, ecc.);
- titoli professionali conseguiti all’estero e riconosciuti abilitanti all’insegnamento con apposito Decreto del Ministro dell’Istruzione.
Ma i titoli sopra segnalati non bastano per diventare insegnante di sostegno, infatti oltre ai titoli succitati, per iscriversi al TFA occorre superare un test preliminare e 2 prove di accesso.
Le prove di accesso consistono in:
- Una prova scritta (su argomenti quali: Competenze psico-pedagogiche diversificate per grado di scuola; Competenze su intelligenza emotiva; Competenze su creatività e pensiero divergente, in riferimento al saper generare strategie innovative ed originali sia in ambito verbale che in quello logico-matematico; Competenze organizzative in riferimento all’organizzazione scolastica e agli aspetti concernenti l’autonomia scolastica);
- una prova orale, che tratterà gli stessi argomenti delle prova scritta.
Il TFA ha una durata massima di 8 mesi e saranno conseguiti dall’insegnante di sostegno 60 CFU.
Per il passaggio da “ studente” a insegnante in una scuola statale occorre essere inclusi nelle graduatorie d’istituto di III fascia, ma si potrà prima entrare solo come supplenti in sostituzione dei docenti assenti per poi passare ad insegnate di titolo, le assunzioni a tempo indeterminato avvengono per metà tramite graduatorie ad esaurimento e per la restante metà tramite concorsi ordinari ( a questi possono accedere solo quanti sono in possesso dell’abilitazione).
Novità per il nuovo anno scolastico riguarderebbero:
- progettazione atta all’inclusione scolastica degli alunni in difficoltà dovranno collaborare tutti i docenti, oltre a quelli di sostegno;
- insegnanti di sostegno sarà richiesta una preparazione specialistica mediante una laurea specifica. A tal fine nasceranno 4 quattro nuovi indirizzi: per la scuola d’infanzia, per la scuola primaria, per la media e per la scuola superiore di secondo grado;
- la continuità didattica;
- aumento dell’organico per gli insegnanti di sostegno ( per mitigare l’insufficienza di insegnanti di sostegno, pertanto entro il 2019 si punta ad assumere circa 110mila docenti).
A carico dello Stato sarà l’assegnazione degli insegnanti di sostegno, che si occuperà anche della gestione del personale ATA specializzato per l’assistenza igienica, la cui competenza attualmente ancora a carico degli enti locali, che continueranno ad occuparsi di questi ambiti: assistenza per l’autonomia, la comunicazione e trasporto.