Il 28 Febbraio 2019 è scaduto il termine per la presentazione delle domande di pensionamento attraverso la Riforma della Quota 100, secondo i dati diffusi le adesione del personale della scuola alla Quota 100 è stato di 18.000 domande, ma in questi giorni si sta palesando un problema che di fatto potrebbe far saltare il pensionamento di docenti e personale ata, almeno per il 2019.
Pensioni: Riforma Quota 100, a rischio il pensionamento di 18mila docenti
Dietro il probabile slittamento del pensionamento di 18.000 tra docenti e personale ata pare ci sia un pasticcio burocratico come direbbe qualcuno tutto all’italiana, per i docenti la finestra a loro disposizione, quella del primo settembre prossimo, potrebbe saltare e di fatto andare in pensione solo nel settembre 2020.
Le motivazioni che posticiperebbero il pensionamento risiedono in una trasmigrazione non completata delle storie contributive da Inpdap a Inps, quando i due istituti si sono fusi, sarà necessario recuperare i dati e ricorrere ai provveditorati o alle singole scuole.
Senza questi dati l’Istituto Nazionale di Previdenza non potrà verificare il possesso dei requisiti da parte dei richiederti e sarà costretta a respingere la domanda di pensionamento anticipato.
Sulla vicenda ci sono anche le dichiarazioni Anna Maria Santoro (Flc Cgil) rilasciate al quotidiano la Repubblica la quale ha evidenziato che L’Inps non è attrezzata ha di tempo solo giugno-luglio per poter accertare i requisiti dei richiedenti, nel caso lo facesse oltre il 31 luglio, ma entro la fine di agosto, tutti i posti lasciati dai “quotisti” vanno in supplenza: non sono più possibili le immissioni in ruolo. Ma se si sfora il 31 agosto, allora si salta l’anno e si va al primo settembre 2020, anche se il diritto a pensione con quota 100 viene accertato già nel 2019, una vera e propria beffa.