In queste ultime settimane si acceso molto il dibattito sulla Regionalizzazione della Scuola, ma in generale sull’autonomia chiesta da diverse regioni del Nord Italia, sulla questione dell’autonomia regionale, e di conseguenza anche delle scuole, si sono sollevate molte polemiche soprattutto nei cofronti di quelle regioni che resterebbero fuori dalla regionalizzazione, in questi giorni sulla questione è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione Bussetti il quale ha rilasciato alcune dichiarazioni.
Regionalizzazione Scuola 2019, ecco le ultime Notizie e novità
Il Ministro Bussetti in questi giorni ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’autonomia regionale avanazata da alcune regioni che di fatto poi trasformerebbe le scuole a statuto regionale e non più nazionale, il Ministro ha evidenziato che ogni scuola deve imparare a camminare con le proprie gambe in autonomia, proponendo un’offerta formativa specifica per la sua collocazione territoriale: è questo il concetto di autonomia scolastica al quale punta il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
Il Ministro ha rilasciato queste dichiarazioni il 4 marzo a Radio Padania, affermando che “l’autonomia è necessaria ma deve essere reale, deve responsabilizzare”. “È innegabile – ha aggiunto – che” proprio l’autonomia “ha portato una grande trasformazione nella scuola: ogni territorio è caratterizzato da grandi differenze, anche nella stessa città. Ben venga l’autonomia, ma sia reale”.
Il Ministro ha poi sottolienato che per le scuole del sud non ci sarà nessun trattamento diverso rispetto a quelle del nord, la scuola resterà sempre e solo una soltanto, l’autonomia scolastica rappresenta un’occasione di crescita anche per le regioni del Sud Italia e permette alle scuole di funzionare meglio, come testimoniato dagli esempi di Afragola e Caivano.
Lo stato svolgerà comunque la sua funzione di vigilanza controllando che vengano garantite in tutte le regioni servizi di qualità, livelli di educazione e formazione adeguati in tutto il territorio nazionale, tra le competenze che resteranno nelle mani dello Stato centrale vi sono quelle relative ai programmi e ordinamenti.