La questione dei docenti precari e dell’enorme numero delle supplenze che ogni anno scolastico si registrano è un problema sempre presente e costante, nonostante gli sforzi che i governi precedenti e attuali hanno fatto e fanno per cercare di risolvere il problema, su questo tema lo scorso 25 luglio c’è da segnalare che la Commissione Europea ha aperto una procedure d’infrazione contro l’Italia proprio per la questione dei supplenti e dei precari, per l’UE il nostro paese fa un abuso dei contratti termine nella pubblica amministrazione e per discriminazione dei lavoratori a tempo determinato.
Docenti Precari, la Commissione Ue apre una procedura d’infrazione contro l’Italia
La commissione europea ha quindi bacchettato il nostro paese per aver abusato nella pubblica amministrazione di contratti a termine, quindi di lavoratori precari, la direttiva Uuropea sui contratti a tempo determinato prevede che i lavoratori abbiano le stesse condizioni dei colleghi a tempo indeterminato comparabili: una condizione adottata su altissimi numeri, che, secondo gli approfondimenti fatti da Bruxelles, potrebbe ravvisare principi di discriminazione.
Lo Stato italiano ha ora 60 giorni di tempo per replicare: successivamente, la Commissione europea procederà con la decisione finale sul tema.
Ricordiamo che quest’anno il numero di supplenze annuali, con scadenza 31 agosto o 30 giugno 2020, potrebbe stabilire un numero altissimo: secondo le ultime stime sindacali, si potrebbe arriva a 170 mila contratti a tempo determinato.
A far lievitare le supplenze, sempre secondo i rappresentanti dei lavoratori, sarebbero stati: Quota 100 che ha liberato più cattedre rispetto al turn-over ordinario; la cronica assenza di docenti abilitati nelle graduatorie a esaurimento, specie in matematica, lingue e sostegno; l’eterno ritardo nel bandire, e concludere, i concorsi.