Il costo delle tasse universitarie negli ultimi anni è lievitato sempre di più, oggi permettere al proprio figlio di studiare all’università è un lusso con tutti possono permettersi, ma non tutti sanno che ogni anno è possibile effettuare una detrazione fiscale sull’Irpfe pagata di circa il 19% ed in tempi come questi usufruire di un risparmio sul pagamento delle tasse universitarie è sempre cosa gradita, ma ovviamente ci sono dei limiti e non tutto può essere portato in detrazione, ma vediamo nel dettaglio come funziona la detrazione delle Tasse Universitarie.
Per poter usufruire di questo “sconto” è necessario riportare le detrazioni all’atto che si effettua la dichiarazione dei redditi, la percentuale massima detraibilie è del 19% dell’importo effettivamente pagato nell’anno per le spese universitarie, non tutto può essere portato in detrazione ad esempio è possibile includere le tasse di immatricolazione e di iscrizione (anche per i fuori corso), sulle soprattasse per esami di profitto e di laurea e sulle somme versate per partecipare ai test di accesso ai corsi di laurea, inoltre è possibile annoverare tra le voci detraibili anche la frequenza di corsi di specializzazione, di perfezionamento, di dottorato di ricerca e per i master universitari.
Altri costi sostenuti come ad esempio il vitto, i trasporti, i seminari, i testi ed il materiale didattico, non possono essere portati in detrazione, anche se fossero documentati da scontrini fatture. Va ricordato inoltre che nel caso in cui l’università è statale, non è viene alcun limite di spesa su cui calcolare la detrazione, mentre in tutti gli altri casi si deve far riferimento ad un decreto del Miur, che viene approvato di anno in anno entro il 31 dicembre dello stesso, all’interno del decreto viene fissato un tetto massimo che tenga conto degli importi medi di tasse e contributi dovuti.