Quando si parla di scioperi si pensa subito al settore scuola, ed effettivamente tra studenti che scioperano, docenti, precari e personale ata, nella scuola gli scioperi sono davvero tanti, in questo caso però a scioperare è l’università, ma non gli studenti ma bensì i docenti universitari che chiedono siano sbloccati degli scatti stipendiali bloccati ormai da 6 anni, alla protesta hanno già aderito in 5.000 ed al momento si paventa lo stop degli esami da agosto a ottobre.
Alla protesta hanno aderito in più di 5.400 tra ricercatori e professori universitari di 79 atenei, come evidenziato la protesta è nata per via degli scatti stipendiali che oramai sono bloccati da sei anni e giustamente i diretti interessati sono stanchi di attendere oltre e per tanto hanno deciso di intraprendere questa clamorosa protesta che potrebbe mettere a rischio gli esami della sessione estiva ed anche parte di quella autunnale, certo alla protesta non hanno aderito tutti, i dati indicano un 10% ma il numero è sufficiente per mettere a rischio le sessioni.
La protesta è stata messa nero su bianco attraverso una lettere che è stata inviata alle istituzioni nella quale vengono evidenziate anche le richieste che i docenti fanno al ministero, ecco quanto scritto nella missiva:
I docenti firmatari “proclamano l’astensione dallo svolgimento degli esami di profitto nelle Università italiane durante la prossima sessione autunnale dell’anno accademico 2016/2017, precisamente nel periodo compreso tra il 28 agosto e il 31 ottobre 2017”. La lettera chiede che “vengano sbloccati gli scatti stipendiali relativi al quadriennio 2011/2015, a partire dal 1° gennaio del 2015, anziché, come è attualmente, dal 1° gennaio 2016” e che lo stesso quadriennio “sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1° gennaio 2015”.
Sulla questione sono intervenuti anche gli studenti i quali si schierano con i docenti ed evidenziano che negli ultimi anni la situazione di molte università italiane è andata via via peggiorando, in dieci anni l’università italiana ha perso più di un quinto di studenti, personale e docenti, allo stesso tempo gli studenti sono comunque preoccupati poichè a subire le dirette conseguenze della protesta sono proprio loro, che con tutta probabilità si vedranno saltare molti esami già programmati da mesi.