Studiare e riscattare la laurea è stato il sogno di tanti studenti per anni, ma secondo l’ANIEF qualcosa sta per cambiare nel mondo previdenziale. “Fa bene il Ministero dell’Istruzione a prendere in considerazione la proposta giunta in questi giorni, a furor di popolo, di trasformare in modo automatico e gratuitamente gli anni spesi per laurearsi in contributi previdenziali: è un’iniziativa che andrebbe incontro alle esigenze di tutti i lavoratori, non solo giovani, costretti già oggi a lasciare il lavoro alle soglie dei 70 anni” dichiara Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal.
Il Miur dichiara che il tema del riscatto della laurea che in questi mesi sta destando l’attenzione di molti, è una questione seria e importante e occorrono proposte avanzate di esperti in tal settore.
Secondo alcuni sindacati pare che il riscatto della Laurea in cambio di diverse decine di migliaia di euro è un vero ricatto, in quanto con gli stipendi praticamente fermi e piegati dal peso dell’inflazione, è una procedura che oggi non ha più alcun senso, sembrerebbe solo una legge autolesionista in quanto non è legittimo considerare i 4 o 5 anni di studi all’Università come periodi di vero e proprio lavoro, inoltre andrebbero conteggiati pure i periodi di formazione Ssis, Tfa e Pas, che possono arrivare anche a due anni per chi lavora nella scuola.
Il sindacalista Cisal Pacifico prosegue mettendo in discussione un’altra situazione che potrebbe verificarsi con il riscatto della Laurea, in quanto se un docente, ma anche un lavoratore Ata o gli stessi presidi, che oggi andrebbero in pensione a 67 anni, potrebbero anticipare l’età pensionistica di 5-6 anni, lasciando così l’insegnamento alla stessa età dei colleghi che andavano in pensione prima della riforma Monti-Fornero.
Uscire quindi prima dal lavoro, anche grazie al riscatto gratuito della laurea e degli anni di specializzazione all’insegnamento, porterebbe allo Stato dei vantaggi non solo sociali, in quanto i dipendenti non sarebbero assillati dalle preoccupazioni e dagli stress psicologici lavorativi, favorendo così lo stesso Stato che non si dovrebbe più fare carico delle cure mediche per le vittime di patologie “lavorative”.
Visionabili sul portale dell’ANIEF tutte le informazioni e gli aggiornamenti in merito ai suddetti argomenti.