In arrivo un nuovo DPCM che riguarderà tutta Italia e molte attività come anche la scuola e l’università, oggi domenica 18 ottobre 2020 il premier conte nel corso di una conferenza stampa illustrerà quelle che sono le novità decise dal governo per cercare di arginare il numero dei contagi in continua salita che negli ultimi giorni ha superato la quota dei 10.000 contagi giornalieri.
Anche se in questi ulimi giorni da più parti è tornato l’incubo della chiusura totale di tutte le scuole o di un lockdown generale diciamo subito che la volontà del governo non sarà questa, quindi nel nuovo DPCM sono escluse chiusure totale delle scuole e un lockdown generale come quello del mese di marzo e di aprile 2020.
Secondo le indiscrezioni trapelate la volontà del governo è quella di introdurre delle misure più restrittive soprattutto per la movida introducendo un coprifuoco che parte dalle ore 22, per quanto riguarda la scuola abbiamo detto che in programma non c’è una chiusura generale, ma sicuramente si farà un ricorso alla Didattica a Distanza per le scuole superiori e chiusura degli istituti situati nelle regioni più a rischio.
Anche il Ministro Azzolina ha più volte evidenziato che le scuole non saranno tutte chiuse, ma si lavorerà a chiusure mirate dove necessaria ed un ricorso più marcato alla didattica a distanza sempre dove necessario.
Tra le misure del nuovo ipotetico DPCM anche la Didattica a Distanza nelle scuole superiori, proposta già dalle Regioni per il decreto 13 ottobre, e la chiusura delle scuole nelle regioni più a rischio.
Dopo la Campania, occhi puntati sulla Lombardia. Si teme che la regione, dove si sta registrando un aumento costante dei contagi, possa mettere nuove misure restrittive prima che la situazione peggiori. Ma il presidente della Regione Attilio Fontana frena: al momento, dice, non si sta pensando a nuovi lockdown e si proseguirà sulla linea già tracciata dall’ultimo DPCM.
Quanto alle scuole, Fontana ha detto: “Abbiamo parlato con il ministro Azzolina della didattica a distanza e ha dichiarato di essere contraria, ma invece è disponibile a prevedere una differenziazione degli orari di ingresso e di inizio delle singole lezioni, per fare in modo che non ci siano dei picchi. Non abbiamo chiesto formalmente la didattica a distanza, l’avevamo chiesta come Regioni. Però ora siamo più interessati ad ascoltare questo discorso sulla differenziazione degli orari”.