Quando si parla di docenti precari, ovvero supplenti, si parla di lavoratori che vivono una condizione più che precaria, che va ben oltre la precarietà dettata dal loro contratto di lavoro, secondo un recente articolo pubblicato su “La Stampa”, l’80% dei docenti supplenti non riceve il proprio stipendio del mese di settembre 2020, come se non bastasse il contratto di lavoro precario.
L’articolo pubblicato su “La Stampa” fa riferimento a 600 docenti che lavorano nella provincia di alessandria assunti di recente dallo stato mediante i “contratti Covid” ossia contratti di lavoro temporanei che sono stati stipulati nel periodo dell’emergenza covid.
Si tratta di una situazione spiacevole in cui si trovano molti lavoratori la cui causa hanno sposato anche i sindacati della scuola
“Non è ammissibile che il personale scolastico supplente, docente o Ata, riceva lo stipendio con tre, quattro mesi di ritardo. Alcuni sono arrivati a rinunciare al contratto, perché le spese di spostamento con i mezzi pubblici o l’auto superavano di gran lunga le poche risorse ancora disponibili”.
“Secondo i sindacati il problema nasce dalla controversia fra i ministeri dell’Istruzione e dell’Economia sull’ammontare delle risorse necessarie a pagare i contratti, equiparati a supplenze brevi con scadenza a giugno, ed è proseguito con gli intoppi riscontrati da molte scuole nel procedere coi pagamenti. Fatto sta che la maggior parte dei docenti assunti con contratti Covid si ritrova a lavorare senza stipendio”.
Per questo motivo, ma è una antica battaglia che finora non ha avuto esito, i sindacati chiedono: “Perchè non si stabilizza su tutti i posti disponibili? Perché non si pensa a dare immediata copertura finanziaria per le supplenze?”