Una proposta di legge che sicuramente non passerà inosservata è quella presentata da Massimo Bitonci (Lega) presso la Camera dei deputati, secondo i documenti presentati si propone di insegnare il dialetto veneto nelle scuole fin dalla materna e di estendere l’uso del dialetto anche nelle trasmissioni televisive della regione Veneto, lo scopo ultimo della proposta di legge è quello di promuovere “trasmissioni giornalistiche e programmi generali in lingua minoritaria”.
Insegnare il dialetto veneto a scuola e in tv, ecco la proposta della Lega
Una proposta che sicuramente farà parlare di sè e che non mancherà di accedere dibattiti e discussioni, il documento relativo alla proposta di legge è stato depositato da 18 deputati della Lega e si compone in totale di 2 articoli, la proposta in pratica andrebbe a modificare una legge, in vigore dal dicembre del 1999, riguardante la tutela delle minoranze linguistiche storiche italiane
La proposta di legge è basata su alcuni pronunciamenti arrivati a livello europeo, e si chiede di poter aggiungere, tra le lingue storiche tutelate dalla legge del 1999, anche il dialetto veneto.
Ad oggi in questo elenco rientrano lingue e dialetti delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e anche le popolazioni parlanti francese, franco-provenzale, friulano, ladino, occitano e sardo.
Secondo la proposta di legge presentata dalla Lega gli enti territoriali veneti potranno, in caso di approvazione del provvedimento, sottoscrivere accordi anche con le reti televisive, a partire dal sistema pubblico e da tutte quelle locali, per promuovere “trasmissioni giornalistiche e programmi generali in lingua minoritaria”.
La proposta di legge propone di affiancare all’insegnamento e studio della lingua italiana alle scuole materne anche quello del dialetto veneto.
Mentre per le scuole elementari e le medie, la proposta prevede di utilizzare la “lingua della minoranza come strumento di insegnamento”.
Oltre la scuola la proposta va oltre e propone di introdurre il dialetto veneto anche nelle trasmissioni regionali al fine di di “promuovere iniziative per la tutela e la valorizzazione delle lingue minoritarie, anche fuori dai confini regionali e nazionali italiani, con particolare riguardo agli ambiti storici o di emigrazione dei relativi insediamenti linguistici”.
Da qui la possibilità, per le Regioni, di stipulare accordi con le emittenti radiofoniche e televisive, pubbliche e private, per la trasmissione di programmi in dialetto.