Nelle ultime settimane l’argomento ChatGpt è sulla bocca di tutti, stiamo parlando dell’intelligenza artificiale, che grazie al nuovo applicativo ChatGpt sviluppato da OpenAI, che sta entrando anche nelle aule delle scuole, infatti molti docenti stanno riscontrando che sono sempre di più gli studenti che svolgono i compiti in classe o a casa, proprio grazie all’intelligenza artificiale di ChatGPT che consente anche di fare ciò.
ChatGpt, a scuola sempre più Studenti lo usano per i Compiti
ChatGpt è il fenomeno del momento, in poche settimane dal suo lancio ha fatto registrare numeri da record, nel solo mese di gennaio la piattaforma ha raggiunto la cifra di 100 milioni di utenti attivi in un solo mese e questo solo dopo 2 mesi dal suo lancio, numeri che hanno fatto di ChatGPT l’applicazione consumer in più rapida crescita nella storia“.
Un fenomeno che sta interessando anche il mondo della scuola e dell’istruzione, infatti ChatGpt, ad oggi è l’intelligenza artificiale più evoluta che ci possa essere, consente di scrivere testi lunghi, dettagliati e scritti in italiano perfetto in pochi secondi o minuti, consente di effettuare calcoli facili e difficili in pochi secondi, consente di effettuare traduzioni ma anche di scrivere veri e propri programmi che possono svolgere qualsiasi tipo di azione, insomma in breve tempo ChatGTP è diventato il miglior alleato degli studenti ed il peggio nemico dei docenti.
Il fenomeno sta preoccupando tutto il mondo tanto che il dipartimento dell’Istruzione di New York si è trovato costretto a vietare l’uso della app.
Anche in Italia il fenomeno ha preso piedi in pochissimo tempo Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha recentemente parlato proprio del fenomeno evidenziado come l’uso dell’intelligenza artificale possa essere applicato in tutti aspetti dell’attività scolastica ovvero l’insegnamento, l’apprendimento e la valutazione, ma soprattutto i risultati degli studenti ma si tratta di uno strumento che, in quanto tale, va governato e ciò vuol dire che occorre essere consapevoli delle opportunità così come dei rischi connessi al loro uso.
Per cercare di contenere il fenomeno sono state già creati appositi software che sono in grado di analizzare i testi scritti e di capire, con un buon margine di approssimazione, se si tratta della produzione di una intelligenza artificiale o di un vero e proprio cervello, ma è altrettanto vero che non ci si può aspettare che un insegnante passi allo “scanner” ogni singolo elaborato.
Tutte armi spuntate, secondo gli studenti, se messe nelle mani di una scuola troppo datata per difendersi da minacce così moderne.
Insomma se prima si copiava dal compagno di banco più bravo, si copiava con i classici “pizzini” oggi la nuova frontiera di chi copia si chiama ChatGPT.