Dopo l’incontro tra i sindacati e il Ministero dell’Economia potrebbe arrivare una boccata di ossigeno ai docenti che sono interessati alle assunzioni in ruolo. A tal proposito il Ministro Fedeli, è intervenuta a Palermo ad un incontro sulle donne, che aveva tra gli argomenti principale la mobilità e le assunzioni in ruolo.
Da anni il problema assunzioni nel settore scolastico è ben noto a tutti, in quanto ogni anno sembra ci sia risvolto della situazione per poi trovare alla fine idee non combacianti tra i sindacati e Ministero dell’Economia e le nuove assunzioni devono aspettare l’anno successivo.
Il Ministro Fedeli ci tiene a sottolineare nelle sue dichiarazioni che questa volta per quanto riguarda le cattedre di organico di fatto da trasformare in organico di diritto sarebbero 25.000 i posti in più per mobilità e immissioni in ruolo, e il Ministro Fedeli ci crede ancora e ribadisce tale discorso.
Il Ministro Fedeli afferma: “I sindacati sono fermi a ieri. C’è una responsabilità di tutto il Governo, mia come quella del ministro Padoan, in cui dobbiamo trovare un punto di incontro. E io sono certa che lo troviamo. Ma lo troviamo perché c’è da parte di tutti una responsabilità Tutti insieme dobbiamo sapere di andare avanti di superare il precariato in tutti gli ambiti della scuola”.
Fedeli conclude “Devo trovare un punto di incontro, si devono fare incontri e le mediazioni che sono importanti”.
L’ANIEF – Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori a pochi giorni dalla fine delle lezioni continua a tenere banco la quantità di posti utili per le nuove assunzioni oltre al naturale turn over, tale incertezza sul numero dei posti per assunzioni docenti di ruolo è stata affermata da Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione.
Si era detto che i nuovi posti sarebbero stati 25.000, ma poi non è pervenuta ancora la risposta del Ministro Padoan, e al momento non si è ancora certi dell’accordo tra Ministero dell’Economia e e istruzione.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal afferma:
“Gli ultimi due governi hanno voluto far credere che il precariato scolastico è un fenomeno in via di cancellazione, ma non è affatto così, perché l’unica soluzione che andrebbe adottata continua a essere elusa: occorre trasformare in organico di diritto tutti i 100mila posti oggi assegnati fino al 30 giugno, metà dei quali di sostegno, e procedere con un conseguente piano di assunzioni. Tutti gli altri tentativi rappresentano dei palliativi che, come tali, sono destinati a fallire prima ancora di essere attuati”.
“Pertanto continua il punto non è ricavare 10mila, 20mila o 25mila nuovi posti. Ma adottare una nuova filosofia: a un posto libero deve corrispondere un docente titolare o da assumere. Punto. Mettendo da parte, una volta per tutte, la logica del ‘bilancino’ adottata dal Mef. Perché se la scuola viene prima di tutto, questo ci dicono i nostri governanti, le risorse si trovano. Almeno, nei Paesi moderni funziona così. Anche perché, nel frattempo, l’Unione Europea non sta a guardare, ma ha già più volte bacchettato l’Italia, ricordando che non è lecito reiterare le supplenze oltre i 36 mesi, come indicato più volte a partire dalla direttiva n. 70 del 1999”.
Molti insegnanti hanno deciso, stanchi delle lunghe attese e di accordi che non giungono al termine, di non attendere passivamente di rivolgersi al giudice del lavoro.
Secondo un calcolo Anief, si evince che ci sono oltre 500 sentenze favorevoli che hanno prodotto più di 4 milioni di euro di risarcimenti a favore dei lavoratori, anche di ruolo, a cui lo Stato ha negato l’assunzione.
Coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio possono ancora presentare ricorso per essere stabilizzati e per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato (come confermato dalla Cassazione già nel 2015).