Milano, cercasi 10mila lavoratori, ecco le figure disponibili nel 2024 – A Milano e nell’area circostante, si registra attualmente una significativa carenza di personale nel settore della ristorazione, con oltre 10.000 posti di lavoro disponibili per un’assunzione immediata. Secondo i dati forniti dall’Epam-Fipe Milano, l’associazione dei pubblici esercizi milanesi, per questo ultimo trimestre del 2023, le figure professionali più richieste nel campo della ristorazione sono i cuochi, che rappresentano il 25% delle richieste, seguiti dai camerieri di sala con il 24%. Altre figure molto richieste includono i banconieri di bar, che costituiscono il 12% delle richieste, e gli aiuto cuochi, che rappresentano l’11%.
La carenza di personale nel settore, come evidenziato dall’associazione, è attribuibile principalmente a due fattori: la scarsità di candidati e la mancanza di competenze specifiche, che sottolinea l’importanza di una maggiore informazione e formazione.
I dati relativi al 2022 mostrano che nel settore della ristorazione a Milano e provincia operano quasi 90.000 persone, un numero inferiore rispetto ai livelli registrati prima della pandemia nel 2019. Si osserva una diminuzione nei settori dei bar (-13,3%), delle mense e del catering (-13,7%) e dei ristoranti (-0,6%), mentre solo il segmento dedicato alla fornitura di pasti preparati ha visto una crescita.
La maggior parte dei dipendenti (oltre l’80%) svolge compiti manuali-operativi, e nella Città metropolitana di Milano e nelle zone limitrofe si contano più di 7.000 apprendisti. Questa situazione riflette le sfide attuali del mercato del lavoro nel comparto ristorazione, evidenziando la necessità di attrarre e formare più lavoratori qualificati.
La situazione denunciata da Epam-Fipe Milano riporta in primo piano le difficoltà degli imprenditori nel reperire personale qualificato nel settore della ristorazione, un problema che non riguarda solo Milano o l’Italia, ma che ha un respiro internazionale.
Il conflitto tra i cosiddetti “divanisti”, che criticano i datori di lavoro per le retribuzioni considerate insufficienti, e gli imprenditori, che a loro volta lamentano una scarsa volontà di lavorare, si intensifica ogni anno, soprattutto in vista della stagione estiva. Questa dinamica rischia di aggravare ulteriormente la cronica carenza di alcune professionalità nel settore.
A livello europeo, il fenomeno è ampio e diffuso. Secondo un rapporto dell’Ela, nel 2021 sono stati segnalati più di un milione di posti vacanti nel settore in tutta Europa. La situazione in Spagna, come riferito da El Pais, è simile a quella italiana, con imprenditori che lamentano la mancanza di vocazione nel settore e lavoratori che denunciano condizioni lavorative difficili, come orari estenuanti e precarietà.
Linkiesta, nel luglio 2022, ha analizzato la situazione italiana, evidenziando che, nonostante la carenza di manodopera, i ristoratori non hanno aumentato i salari per attirare lavoratori. Inoltre, è stato osservato un aumento dell’area grigia di lavoratori senza contratto. Molte persone hanno lasciato il settore della ristorazione per riciclarsi in altri campi, sia in Italia sia all’estero.
Anche negli Stati Uniti il fenomeno è presente, come sottolineato da Andrea Dorigo, responsabile global retail di Estée Lauder a New York, che evidenzia non solo la questione salariale, ma anche la reputazione sociale di alcuni mestieri, la necessità di flessibilità oraria e lo stress derivante dal rapporto con il pubblico.
Per chi è interessato a lavorare nel settore della ristorazione, si consiglia di monitorare gli annunci sulle agenzie interinali, di controllare le sezioni “Lavora con noi” sui siti web di ristoranti e hotel più grandi e di affidarsi al passaparola e al contatto diretto nelle realtà più piccole, dove queste modalità rimangono efficaci.