La legge di bilancio 2018 è cosa oramai fatta come anche i provvedimenti in essa contenuti sono ora bene definiti, uno dei quali riguarda il rinnovo dei contratti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione e l’aumento dei loro stipendi, tra i provvedimenti inclusi nella legge di bilancio 2018 è previsto un aumento medio di 85 euro lordi, con una forbice tra 63 e 117 euro mensili, a questa somma verranno aggiunti anche degli arretrati relativi all’anno 2016/2017, secondo i calcoli fatti dai sindacati si tratterebbe di una cifra che oscilla dai 1.019 ai 1506 euro lordi.
Queste novità riguardano tutti i dipendenti che lavorano per la pubblica amministrazione che ad oggi sono circa 250.000
Si tratta di un plafond in cui rientra anche un calcolo più vantaggioso del compenso per l’attesa. Senza contare che le amministrazioni più ricche, come quelle del parastato e le agenzie fiscali, si potranno avvalere di un plus sul salario accessorio (dai 9 euro mensili ai 14,5).
Si può immaginare che l’una tantum con gli arretrati, pari in media a 545 euro medi, sia pronta già per febbraio, di certo non prima. A marzo invece scatteranno i rialzi a regime per il 2018 e il cosiddetto elemento perequativo, che nel complesso vale 210-260 euro.
Ovviamente non tutti hanno accolto positivamente gli aumenti in busta paga di 85 euro, come la categoria dei docenti della scuola pubblica italiana, i quali protestano da mesi e sono del tutto contrari a questi piccoli aumenti, le loro richieste in termini economici sono di 200 euro al mese netti in busta paga, ad oggi gli insegnanti italiani in europa sono quelli che percepiscono gli stipendi più bassi.