Occupazione Liceo Severi, in 3 giorni 70mila euro di danni – L’occupazione del liceo Severi-Correnti di Milano, che ha causato danni stimati in 70 mila euro e reso l’istituto inagibile, ha scatenato una forte reazione da parte del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. La protesta, motivata dalla solidarietà verso il popolo palestinese e da questioni interne alla scuola, ha visto la partecipazione di una minoranza di studenti, la quale ha portato a una situazione di grave deterioramento delle strutture e delle attrezzature scolastiche.
La dura presa di posizione del ministro Valditara, che propone la bocciatura per chi si rende responsabile di atti di vandalismo in ambito scolastico, riflette una linea di tolleranza zero verso comportamenti considerati inaccettabili. Questo approccio solleva questioni significative sulle politiche disciplinari in ambito educativo e sulle modalità di gestione del dissenso studentesco.
Gli studenti appaiono divisi riguardo all’accaduto. Da un lato, i rappresentanti d’istituto prendono le distanze dall’occupazione, criticando apertamente gli atti di vandalismo. Dall’altro, il collettivo Severi-Correnti critica la dirigenza per la sua reazione immediata all’occupazione, suggerendo che ci sia stata una precipitosa denuncia degli occupanti.
La preside Gabriella Conte esprime amarezza e rabbia per i danni subiti, ma assicura che non ci sarà una “caccia alle streghe”. La situazione degli studenti coinvolti sarà valutata nel corso di un consiglio organizzato per il 14 febbraio.
Nel frattempo, l’istituto ha avviato una raccolta fondi per riparare i danni, con il supporto spontaneo di molti genitori che hanno offerto donazioni e aiuto, dimostrando una comunità scolastica pronta a reagire costruttivamente al disagio creato dall’occupazione.
La vicenda del liceo Severi-Correnti mette in luce la complessità della gestione delle proteste studentesche, il bisogno di un equilibrio tra disciplina e comprensione delle ragioni sottostanti il dissenso, e l’importanza di promuovere forme di espressione costruttive e rispettose delle infrastrutture comuni.
La risposta della comunità educativa e delle famiglie, unita alla decisione imminente del consiglio di istituto, sarà determinante nel definire le conseguenze dell’occupazione e nel tracciare una via per il recupero e il ritorno alla normalità scolastica.