Con l’avvento del nuovo governo il percorso di formazione noto come FIT subirà dei cambiamenti, in queste ultime settimane sono state infatte molte le notizie circolate sulle novità che interessano il FIT, in alcuni casi si è scritto anche che quest’ultimo sarebbe stato abolito, cosa non vera visto che le dichiarazioni provenienti dal Governo vanno affermano cose differenti, vediamo quindi come stanno le cose.
In primi il Ministro dell’Istruzione Bussetti ma anche altre figure come l’onorevole Lucia Azzolina (M5S) e il Senatore Pittoni (Lega), presidente della VII Commissione Istruzione del Senato, in queste settimane hanno ribadito che lo scopo del governo non è quello di smantellare la riforma della scuola attuata dal precedente governo, la volontà è quella di salvare ciò che di buono ha fatto introdotto la Buona Scuola ed intervenire sulle criticità della scuola pubblica italiana.
Per quanto riguarda il percorso FIT non sarà abolito ma migliorato, come hanno riferito negli ultimi giorni gli esponenti della maggioranza di Governo, i docenti ammessi al terzo anno FIT, svolgono l’anno di prova nel corso del medesimo percorso annuale di formazione e tirocinio, come prevede il Decreto Ministeriale 984/2017.
Secondo il sindacato Uil, il Ministero starebbe lavorando ad una nota nella quale verranno definite tutte le modalità per lo svolgimento dell’anno di formazione e prova per il personale docente ammesso al percorso annuale FIT in riferimento all’anno scolastico 2018/2019.
Per poter essere ammessi al colloquio finale, tutti i docenti ammessi al FIT dovranno svolgere almeno 180 giorni di servizio, di cui almeno 120 di attività didattica, mentre per coloro che sono part time verranno ridotti in proporzione.
Il sindacato della scuola Uil ha espresso alcune perplessità sul FIT ecco cosa mette in evidenza il sindacato:
Mettere tutto il “peso” della retribuzione aggiuntiva del tutor a carico del fondo di istituto è una indebita invasione nella contrattazione tra le parti che sarebbe mortificata da scelte eterodirette
Per realizzare questa che è una misura di sistema è necessario prevedere risorse specifiche che non gravino su quelle a disposizione delle scuole.
Inoltre, la rigida regolamentazione delle attività di “osservazione” da parte del tutor, oltre a limitare l’autonomia organizzativa delle scuole, non tiene conto di una formazione mirata del personale interessato.
E comunque per la UIL resta il fatto politico. Non è possibile che due docenti, entrambi nominati in ruolo nello stesso anno, seguano due procedure diverse ai fini del superamento dell’anno di formazione e prova: uno ha due possibilità per la conferma in ruolo, l’altro, in caso di esito negativo, non ha più chance.
Per la UIL c i sono contraddizioni normative che meriterebbero un approfondimento ulteriore, anche al fine di prevenire un sicuro contenzioso