L’anno scolastico 2018-2019 è iniziato da poco più di 20 giorni ed è già possibile tracciare un primo bilancio sul numero delle immissioni in ruolo previste per l’anno scolastico in corso, secondo i numeri che il Miur (Ministero dell’Istruzione) aveva pubblicato durante il mese di Agosto 2018 le immissioni sarebero dovute essere 57.322 di cui 13.329 per il sostegno.
Ad oggi 30 settembre 2018 la realtà parla di numeri non estremamente positivi soprattutto per i docenti di sostegno, a confermarlo sono anche i numeri contenuti in un report elaborato dal sindacato della scuola Flc Cgil il quale evidenzia come siano stato coperti solo 25.105 posti (il 43,8% di quelli disponibili) con incarichi a tempo indeterminato e, oltretutto, di questi ben 6.433 (il 25% dei posti stabilizzati) sono contratti a tempo determinato, perché coperti da docenti delle graduatorie del concorso regionale (GRME) che svolgono il terzo anno di FIT con un contratto al 31 agosto.
Altro aspetto da considerare è che in molte province le GAE (Graduatorie ad Esaurimento) e le graduatorie del concorso ordinario dell’anno 2016 sono esaurite e le lungaggini dei vari concorsi hanno determinato assenza di candidati.
Ma la situazione che ad oggi sembra essere di gran lunga la peggione è quella del sostegno, secondo il rapporto i posti in organico per il sostegno in relazione agli alunni con disabilità è passato da 1: 2,08 del 2007/08 a 1: 1,74 del 2018/19, in pratica sono aumentate le certificazioni degli studenti ed i posti da coprire, ma in realtà mancano i docenti specializzati appunti sul sostegno.
Ad oggi secondo i dati diffusi, su un totale di 13.329 cattedre disponibili, risultano essere coperte solo 1.682, cioè il 12,6%, inoltre sono distribuite in maniera del tutto disomogenea sul territorio italiano:
- Al Nord solo il 4,4 %.
- Al Centro solo il 26,3 %.
- Al Sud solo il 59,6 %.
Le “assunzioni non effettuate” sono 11.647 pari all’87% per mancanza di aspiranti in possesso del titolo. Tra infanzia, primaria e scuola secondaria di 1° e 2° grado abbiamo una elevatissima percentuale di posti coperti da “non specializzati” pari a circa il 75%