Novità Pensioni 2019 Quota 100 – Ecco cosa prevede il decreto Quota 100 che riguarda la riforma delle pensioni, il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 17 gennaio ha ufficialmente dato il via libera alla riforma delle pensioni, la famosa Quota 100. Quali sono le novità che interessano i lavoratori? Come funziona? Chi ne avrà diritto?
Novità Pensioni Quota 100: come funziona, novità e requisiti
Il nuovo provvedimento nato dal governo giallo-verde darà la possibilità da aprile 2019 a circa 300.000 lavoratori di lasciare in anticipo il proprio lavoro dando così la possibilità ai giovani di sostituirli per continuare a far girare l’economia del bel paese.
Chi può beneficiare di Quota 100?
La nuova riforma dà diritto alla pensione anticipata a tutti i lavoratori che, raggiunti i 62 anni di età, abbiano versato almeno 38 anni di contributi. Questa riforma sarà in vigore fino al 2021, dopo il quale verrà sostituito da Quota 41 che consentirà a chi ha versato 41 anni di contributi di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica. Dal 29 Gennaio è iniziata la possibilità di presentare domanda all’INPS.
Per Quota 100 però solo i dipendenti privati che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre del 2018 potranno andare in pensione anticipata ad aprile 2019, coloro invece che li hanno maturati a gennaio 2019 dovranno attendere altri tre mesi per riscuotere i frutti del proprio lavoro.
Per i dipendenti pubblici è un altro discorso, quelli che hanno maturato i requisiti entro la fine del 2018 dovranno comunque aspettare fino a luglio del 2019 mentre i dipendenti statali che li hanno maturati a partire dall’aprile 2019 dovranno attendere altri sei mesi per il diritto alla pensione.
Anche tutto il personale scolastico dovrà attendere ancora, infatti la decorrenza del trattamento pensionistico avrà luogo solo a partire dall’anno scolastico 2019/20.
I dipendenti statali dovranno aspettare
Per quanto riguarda il TFR e il TFS c’è da fare un discorso a parte. L’articolo 23 del decreto Quota 100 stabilisce infatti che, per i dipendenti statali che chiederanno di beneficiare della riforma per il pensionamento anticipato, i trattamenti di fine servizio verranno attribuiti al lavoratore solo dal momento in cui lo stesso raggiungerà l’età pensionabile. Per la riscossione del TFS quindi il dipendente statale dovrà attendere il raggiungimento dei 67 anni, l’età del raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Ma non disperino gli statali, se vorranno riscuotere l’indennità di fine servizio potranno comunque rivolgersi ad appositi enti che faranno loro stipulare delle convenzioni per l’erogazione anticipata a tasso agevolato. In questo modo il lavoratore potrà ricevere una somma che si aggira intorno ai 30.000 euro per la sua indennità di buonuscita.
In pensione già a 59 anni?
Con l’articolo 22 di questo nuovo decreto legge viene specificato che anche i lavoratori che hanno raggiunto i 59 anni di età hanno la possibilità di riscuotere la pensione anticipatamente se hanno versato almeno 35 anni di contributi allo stato. Attenzione però, questo può avvenire solo nel caso in cui ci siano accordi tra i lavoratori e i sindacati in modo da stabilire un uguale numero di lavoratori che andranno a sostituire quelli che si ritireranno prima del tempo.
I “limiti” della riforma
Bisogna tener conto però del fatto che non è possibile cumulare questa riforma con altri redditi da lavoro, ciò significa che non si può lavorare da quando si entra ufficialmente in pensione a quando si maturano i requisiti necessari per la pensione di vecchiaia. Non vengono inclusi nella categoria i lavori “autonomi”, ovvero quelli occasionali, a meno che non rientrino nella quota massima di 5.000 euro lordi annui. Come dice chiaramente il comma 3 dell’articolo 14:
“La pensione quota 100 non è cumulabile, a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite previsto dalle disposizioni vigenti.”
Così l’esecutivo Lega-M5S intende superare la legge Fornero; bisogna attendere solo che il decreto venga convertito in legge dal parlamento, questione di massimo 60 giorni. Intanto, nell’arco di una sola giornata da quando il decreto è stato approvato, sono state già mandate oltre 5.000 domande per la Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza, presente anch’esso nello stesso decreto.
La domanda di adesione alla Quota 100 è possibile inoltrarla anche tramite dei Patronati e degli altri soggetti abilitati alla intermediazione delle istanze di servizio all’Inps o, in alternativa, può essere presentata utilizzando i servizi del Contact center», ai numeri 803164 (gratuito da telefono fisso) o 06164164 (con tariffe da mobile).
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